La materia è uno dei concetti fondamentali sia della scienza che della filosofia. La questione principale della filosofia, che non sarà mai definitivamente risolta, è associata alla priorità della coscienza o della materia. In diversi sistemi filosofici, il concetto di materia era pieno di significati diversi.
Il primo pensatore ad usare il termine "materia" fu l'antico filosofo greco Platone. Nella filosofia di Platone, un ruolo importante era svolto dall'idea del "mondo delle idee" contrapposta al "mondo delle cose" e precedente ad esso. Dal punto di vista di Platone, la materia è un substrato delle cose. Nasce così, insieme al concetto di materia, l'opposizione del materiale all'ideale.
Paradossalmente, il filosofo che guidava il concetto di materia era un idealista: considerava l'ideale primario in relazione alla materia. Ma c'erano anche filosofi materialisti nell'antichità, in particolare Democrito. Non solo dichiarò la materia l'unica realtà esistente, ma pensò anche alla sua struttura. Secondo Democrito, la materia è costituita da atomi, le più piccole particelle indivisibili. Questa tendenza filosofica, che considera la materia come l'unica realtà, si chiama materialismo.
Aristotele considerava la materia come una sostanza eterna, increabile e indistruttibile. La materia stessa è solo un'esistenza potenziale; diventa reale solo quando combinata con la forma. Questo concetto di materia è stato ereditato dalla filosofia del Medioevo.
I concetti di materia nella filosofia dei tempi moderni sono molto diversi. Dal punto di vista del sensazionalismo, la materia è tutto ciò che colpisce i sensi. T. Hobbes distingue tra materia correlata alla forma (corpo) e “materia senza forma”. Alcuni filosofi idealisti - in particolare J. Berkeley - negano l'esistenza della materia. Dal punto di vista della filosofia illuminista, la materia esiste, manifestandosi in oggetti e fenomeni specifici.
All'inizio del XX secolo, quando le scoperte scientifiche costrinsero a riconsiderare radicalmente i concetti di materia che esistevano da molti anni nell'ambito della fisica classica, emersero molte teorie idealistiche basate sul ragionamento sulla "scomparsa della materia": se le idee sulla la natura della materia può cambiare in modo così drammatico, quindi la materia in quanto tale non esiste. A questi concetti si opponeva il materialismo dialettico. Secondo questo concetto, la materia è eterna, infinita e inesauribile, non è la materia stessa che può scomparire, ma solo il limite della conoscenza umana su di essa.
Nell'ambito del materialismo dialettico, nasce la definizione di materia, formulata da VI Lenin: "Realtà oggettiva che esiste indipendentemente dalla nostra coscienza e ci è data nelle sensazioni". Questa definizione non può essere definita irreprensibile, perché non tutti i livelli di organizzazione della materia sono accessibili alle sensazioni - ad esempio, a livello atomico, non funzionano.
La filosofia moderna considera la materia come una realtà oggettiva che esiste in due forme: materia e campo. Le proprietà fondamentali della materia sono lo spazio, il tempo e il movimento. Movimento significa tutta la varietà dei cambiamenti. Esistono cinque forme di movimento della materia: movimento fisico, chimico, meccanico, biologico e sociale. Nessuna di queste forme può essere ridotta a un'altra. Ad esempio, le rivolte e le guerre possono essere spiegate in termini di modelli sociali, ma non biologici.